Filosofia della Spagyria: Saturno vegetale – Atropa belladonna

 

Atropa belladonna

Habitat
Radure umide e rischiarate, particolarmente presso le faggete.

Componenti principali
Alcaloidi: atropina, iosciamina e giusqualina.

Informazioni
Pianta tossica spesso mortale, specie per i bambini che ne ingeriscono i frutti, utilizzata un tempo dalle donne che si mettevano alcune gocce di succo negli occhi (provoca midriasi) per aumentare il fascino dello sguardo.
“”Rifugge alla luce e piomba nella pesantezza“.
Viene chiamata in tedesco Tollkirsche (la ciliegia dei matti), in inglese Deadly Nightshade, in francese Morelle Furieuse, .
A causa della sua formazione di contrasto delle forze terrestri e apertura a quelle extraterrestri, Belladonna porta ad uno stato di, “veglia del sogno”.
L’Uomo notturno viene condotto e ricongiunto a quello “diurno”.
Gli occhi sono aperti ma le pupille sono dilattae come se si fosse al buio.” (Pelikan)

E’ tra le piante, definite allucinogene, che furono utilizzate dalle streghe durante le cerimonie chiamate “Sabba” assieme ad altre piante altrettanto famose e pericolose.

A. Reghini cita la Belladonna (Atropa Belladonna) come una delle più “stregonesche”, affermando che il suo effetto magico è quello di provocare decisamente la perfetta e lucida visione astrale, l’abbandono del corpo carnale e il vagabondaggio nello spazio intermedio, provocando reazioni emotive violente e mutevoli.” (Da L’Orto di Priapo – Vittorio Fincati)

Il nome prende origine da Atropo, una delle tre Parche, le altre due Lachesi (che ha dato il suo nome ad una  vipera velenosa Lachesis muta, serpente della foresta amazzonica) e Cloto, un ragno (Uroctea).
Nell’antichità venne usato come anestetico prima di interventi chirurgici.
La giustificazione della segnatura sta nel fatto che l’azione saturnina si manifesta attraverso la caratteristiche mortifere della pianta.
Il segno mercuriale opera sul sistema nervoso periferico, simpatico e parasimpatico e cardiaco (cuore – sole – vista).