Filosofia della Spagyria: Sole vegetale – Tanaceto

Habitat
Nativo della zona balcanica, cresce nei luoghi pietrosi ed incolti della fascia temperata europea, nell’America settentrionale e merdionale e nell’area caucasica.

Costituenti principali
Luteolina, quercetina, apigenina ed axillerina;lattoni sesquiterpeneci: partenolide, costunolide, artemorina e santamarina.

Informazioni
Tanacetum parthenium (L) Schulz Bip.è una pianta medicinale tradizionalmente utilizzata per il trattamento di “febbri intermittenti“, emicrania, artrite reumatoide.
È stata utilizzato nelle e per una varietà di altre condizioni e disturbi tra cui mal di denti, reumatismi, psoriasi, punture di insetti, asma, dispesie in forma di clistere come vermifugo. .
Durante il 17 ° secolo, è stato anche usato per aiutare l’espulsione di dopo le nascite e nascite, la pulizia dei reni e della vescica , rafforzando l’utero, nonché per il trattamento di vertigini, macchie cutanee, flatulenza, coliche e per il trattamento dei disturbi dovuti all’abuso di oppio.
Nell’antichità fu utilizzato per alleviare dei processi infiammatori e dei gonfiori nel fuoco St. Antonio.
Era pure indicato nell’infertilità, dismenorrea, minacce d’aborto, travaglio durante il parto e per favorire espulsione della placenta.
Tanaceto ha una lunga storia di utilizzo nella medicina tradizionale e popolare, in particolare tra erboristi antichi greci e europei.
La moderna ricerca ha inoltre evidenziato altre proprietà farmacologiche, come antitumorale, antinfiammatorio, antimicrobico ed antispasmodico.
In particolare il partenolide è stato oggetto di studi per quanto riguarda la sua attività antitumorale in diverse tipologie di tumori solidi.

Tanacetum vulgare L. è ben conosciuto in letteratura per  le attività antinfiammatorie, antiossidanti, antibatteriche e citotossiche.
Risulta anche avere proprietà insetticida e parassiticida.

Tanaceto nella medicina persiana
A parte le attività già nominate T.vulgare è stato oggetto di studio nel caso di A.I.D.S. in quanto immunomodulatore (assieme ad ortica e rosa canina).

Tanaceto in Spagiria
Il Tanaceto è leggermente velenoso e questo dimostra che la pianta abbia un’attività palingenetica,enuto conto che ha sotto di sè le due potenzialità che pilotano gli organi sessuali di entrambi i sessi, Sagittario per gli organi maschili e Scorpione per gli organi femminili.
Le preparazioni di Tanaceto sotto forma di oleolito hanno costituito per il passato e lo sono tuttora un buon rimedio contro l’impotenza.
L’olio va applicato con leggeri massaggi sul filo dei reni e lungo la spina dorsale.
Presso gli antichi, gli oleoliti di tanaceto erano molto in uso anche nelle cerimonie religiose.
La pianta si presenta quindi come tonico  e si impiega nelle debolezze generali,nei casi di nervosismo e di isteria.
Si usa nelle insufficienze mestruali e come vermifugo per combattere gli ossiuri e la tenia.
In quest’ultimo caso si consiglia un clistere usando il fiore in ragione del 5 per cento.
I fiori di tanaceto richiamano la particolarità delle foglie di noce in quanto messe nelle cucce dei cani allontanano le pulci o infilate nei sacconi liberano dai parassiti.” (Il Serto di Iside vol.I A.Angelini Ed.Kemi Milano)
Tanaceto (Chrisanthemum vulgare)
Fino a mezzo secolo fa , il Tanaceto veniva appeso al soffitto, contro gli insetti, e nei guardaroba contro le tarme, oppure mescolato con le spezie in cucina.
I nostri proavi usavano spalmare sui vari centri epidermici, ove le ghiandole endocrine presentano i loro punti di forza, un olio, in cui erano messi in infusione i fiori del Tanaceto.

Donatore di immortalità, viene tuttora impiegato, secondo i cicli  celesti, sotto forma di tintura, nelle insufficienze mestruali, nell’idropisia, o per curare la gotta, malattia saturnina, o contro la debolezza generale” (Il Volo dei Sette Ibis A.Gentili ed.Kemi Milano)

Gli antichi greci sembra chiamassero l’erba “Parthenium“, stando a Plutarco presumibilmente perché veniva usata in medicina per salvare la vita a qualcuno caduto dal Partenone durante la sua costruzione nel V secolo a.C.
Per altri autori sembra derivare da “partenos” (vergine) per l’attività antidismenorroica del medesimo.
Il nome generico per alcuni sembra derivare invece da “tanatos” che significa morte: stranamente vista la sicurezza della pianta.
In vero per altri autori derivi dal latino medievale ‘tanazita‘, a sua volta derivato dal greco ‘athanasia‘ (immortalità).
Il medico greco del primo secolo Dioscoride, fu il primo a parlarne, consigliando tanaceto come antipiretico. Successivamente venne descritto da Dodoens nel 1619, da Gerard nel 1636 e Culpeper nel 1650.
Tanaceto è anche noto come l’ “aspirina medievale” .