Filosofia della Spagyria: i funghi: un aspetto del mondo lunare

Due visioni sui funghi
I funghi ricercano ambienti caldo umidi poveri di ossigeno e bui, dove invece del minerale prevalgono le sostanze organiche in putrefazione, animale e vegetale.
Essi sono la memoria vivente delle entità viventi vegetal-minerali, molto vicine agli equisetali e licopodiali.
Quindi i funghi vivono su un substrato vegetal-minerale ma anelano ad una condizione para-animale.
Se osserviamo attentamente il metabolismo dei funghi è più direzionato verso la chimica delle albumine che quella dei glucidi.
La loro struttura sembra essere centripeta, quasi impostata dall’esterno che dall’interno.
Tali strutture le ritroviamo nel mondo vegetale come radichette secondarie filamantose, nei ceppi, ma a differenza dei vegetali, qui una specie di fiore si erge direttamente dal micelio verso l’alto, ricordando in qualche misura le Aracee, ove il processo fogliare risulta quasi totalmente sacrificato.
I funghi, quindi, sono i disgregatori di ciò che non si è completato sul piano materiale o non viene più accresciuto.
L’elemento Aria penetra profondamente nel fungo che in linea di principio è da considerarsi tossico come alimento.
Naturalmente tale pentrazione a seconda della forza e della velocità determinerà gradi diversi fino a provocare effetti mortali.
Potremo quindi osservare una netta demolizione delle strutture organiche animali con un ambito simile all’avvelenamento da fosforo
.” Pelikan

Da quando la botanica è diventata una scienza “esatta” si conosce il rapporto stretto tra le piante (o meglio: le radici delle piante) e i funghi: le micorrize, rapporti simbiotici spesso di tipo mutualistico (entrambi gli esseri viventi traggono beneficio dal rapporto con l’altro).
In particolare, è ormai assodato che spesso le piante ottengono dai funghi un aiuto nell’assorbire l’acqua dal terreno e alcuni nutrienti, specialmente fosforo e azoto; in cambio, i funghi ricevono carboidrati per la loro crescita.
Se ormai le micorrize rappresentano delle associazioni ampiamente note e studiate, esse sembrano in realtà la punta dell’iceberg di un rapporto che comprende molto più di un semplice scambio di nutrienti.
Innanzitutto, le micorrize sono probabilmente il “sistema immunitario” delle piante: alcuni studi hanno dimostrato che una volta insediatisi tra le radici, i funghi iniziano a produrre degli elementi chimici che fungono da catalizzatori della risposta dei vegetali ad agenti patogeni….”

La mico-net
La parte più nota dei funghi (che tutti noi chiamiamo “fungo”, ma tecnicamente è il corpo fruttifero, e rappresenta solo uno dei modi con cui i funghi si riproducono) è in realtà la parte meno interessante.
Tutti gli scambi di nutrienti e elementi chimici sopra menzionati avvengono tra le radici di una pianta e il
micelio, una serie di filamenti composti da particolari strutture dette ife (quello che finora abbiamo chiamato “filamenti biancastri”).
I miceli possono raggiungere dimensioni e lunghezze davvero considerevoli: si possono diramare, infatti, per decine e decine di metri.
Già negli anni ’70
Paul Stamets, un micologo statunitense, aveva trovato delle similitudini tra i miceli dei funghi e ARPANET, il progetto del Dipartimento della Difesa statunitense, considerato come il nonno di Internet.
Con lo sviluppo della
Rete, ovviamente, questa intuizione è stata studiata e approfondita: la rete miceliale ha delle somiglianze impressionanti non solo per quanto riguarda la struttura, ma anche con il modo in cui oggi sfruttiamo internet.
Tratto da un’intervista di Oggi Scienza a Stefano Mancuso

I funghi in spagyria
L’esperienza di chi scrive è troppo limitata per cui si rimanda al testo “Micoterapia spagyrica” per avere delle informzioni più dettagliate sull’uso dei funghi in Spagyria.