Filosofia della Spagyria: Sole vegetale – Noce

Habitat
Proviene dall’Asia occidentale e probabilmente dalla Grecia settentrionale.
Presente dalla quota costiera fino ai 1000 metri.

Costituenti principali
Tannini, flavonoidi,  monoterpeni: (E)-β-ocimene , β-pinene, limonene; sesquiterpeni: caryophyllene, germacrene D..
Olii polinsaturi (gheriglio).
Nelle parti giovani e fresche: juglone (derivato del naftochinone), inosite, ac.ellagico e ac.gallico; tirosinasi, juglamine, nicotina, carotene, fosforo, potassio.

Informazioni
Il noce ama ambienti freschi e ventosi, non ama gli ambienti umidi e stagnanti.
Il calore estivo si concentra e si manifesta nell’olio del gheriglio. La forza del fuoco cosmico si concentra e si indurisce al di sotto dell’involucro amaro di colore verde.
E’ un albero forte che pur entrando in contatto con gli elementi Fuoco, Aria e, in minore quantità, con l’Acqua mantiene una struttura fortemente legata alla Terra.
Oltre a questa troviamo una grande quantità di tannini che operano particolarmente sulla parte sulfurea del polmone rende il Noce particolarmente adatto alla problematiche asmatiche come anche le forme scrofulose dei bambini.” (Pelikan)

Juglans regia L., la pianta di noce è una pianta medicinale con proprietà diverse che è considerata poco  nonostante abbia un grande potenziale terapeutico nella medicina tradizionale.
Le attività tradizionali riconosciute sono di essere antiossidante, antidiabetica (anche nel diabete di tipo 1), ipolipidemica, antimicrobica, antifungina, e antipertensiva, nonché protettiva epatica.
Gli studi scientifici sembrano confermare tali proprietà, anzi viene ad aggiungersi un possibile effetto sulle patologie neoplastiche.

La buccia di frutti e foglie immaturi viene utilizzata dagli arabi come antidiabetico e antimicrobico, mentre l’olio fu usato nel primo secolo da Dioscoride per combattere la tenia, azione terapeutica confermata nel 1916 da De Surel.
Nella medicina tradizionale Turca le foglie fresche vengono usate in forma di impacchi come diaforetico e antalgico  articolare.
In Iran viene utilizzato per alleviare e trattare i disturbi dell’intestino irritabile.
In Palestina viene utilizzato per trattare diabete e asma.
I testi antichi di Medicina Tradizionale Cinese riportano che con Hu Tao venissero trattati tumori ai polmoni, al fegato e allo stomaco
In Messico i curanderi lo utilizzano per problemi epatici.
In Calabria il mallo veniva utilizzato per curare la malaria.

Juglans regia è anche uutilizzato dai veterinari per combattere linfatismo, rachitismo e adenite nei cani.
Le foglie contengono acido juglon, gallico, ellagico e nucitannico,

I Greci definivano le noci un frutto degli Dei.
Nell’antica Grecia il noce fu dedicato ad Artemide (Diana), gemella di Febo (Apollo).
Nella mitologia si narra che Dioniso (dio che insegnò il culto della vite e l’arte di estrarre il vino), ospite di Dione, re della Laconia, s’invaghì di Caria, figlia minore del sovrano; ma le sorelle Orfe e Lico, invidiose e gelose, avvertirono il padre. Dioniso, dopo averle ammonite più volte s’infuriò, facendole impazzire e trasformandole in rocce.
Caria, per la gran tristezza, morì poco dopo e il dio che l’aveva tanto desiderata la trasformò in un albero di noce dai frutti fecondi.
Artemide annunciò ai Laconi la triste morte della principessina Caria ed essi eressero in onore della casta dea della Luna (e della caccia) un tempio, nel quale vennero scolpite nel legno di noce delle colonne a sagoma femminile.
Il suo nome latino Juglans regia deriva da Juppiter, ossia Giove e glans, ghianda o tersticoli.
Racconta una leggenda che a Benevento vi fosse un noce in cui dimorava il diavolo.
Quando il noce si schiantò, al posto delle radici furono trovati spaventosi serpenti che vennero subito uccisi a colpi di spada.