Filosofia della Spagyria: Saturno vegetale – Cipresso

 

 

Cuptrssus sempervirens

Habitat
Originario del Mediterraneo orientale è diffuso in tutto il Mediterraneo.

Costituenti principali
O.e.: furfurolo, pinene, cadinene, cedrolo,cimolo.

Informazioni   

“Cipresso

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Zarathustra vedeva nel Cipresso l’immagine di Ahuramazda (divinità del fuoco nascosto) e quindi lo si trova dinanzi ai templi consacrati al fuoco.

Nella Bibbia il cipresso è nominato spesso:

“Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non comparirà” (Is. 55,13).

Anche il legno di cipresso, come quello di cedro, servì a rivestire il Tempio di Gerusalemme: “Chiram mandò a dire a Salomone: “Ho ascoltato il tuo messaggio; farò quanto desideri riguardo al legname di cedro e di cipresso” (1Re 5,22).

Gesù realizzò nella propria persona la parola che Osea mette sulla bocca del Signore:

“Io sono come un cipresso sempre verde, grazie a me tu porti frutto” (Os. 14,9).

A differenza di altre conifere il cipresso ospita volentieri tra i suoi fitti rami nidi di passeri e di merli.

I sarcofaghi egizi e le bare dei papi erano di legno di cipresso (anche per la loro incoruttibilità).

Saturno può essere inquadrato nell’ambito delle ipostasi femminili divine, quindi in qualche misura assimilabili all’Alma Mater, Virgo Paritura dei Benedettini, Vergine Nera che “partorisce la manifestazione delle forme”.

Leggenda
Il cipresso, era nato secondo la mitologia, dalla metamorfosi di un eroe di nome Ciparisso, o da un’eroina chiamata Ciparissa.
Ciparisso era figlio di Telefo, pare che durante una battuta dio caccia uccise inavvertitamente il suo cervo, questo lo fece profondare in una profonda disperazione.
Per il suo dolore venne trasformato in cipresso (Ovidio Metamorfosi 10.106).
Ciparissa figlia di un re dei Celti di nome Borea, omonimo del vento.
Morì giovanissima e venne seppellita dal padre che la piangeva inconsolabile e piantò sulla sua tomba un albero fino ad allora sconosciuto che per lei fu chiamato cipresso, e da quel momento divenne l’albero sacro ai morti.
In cipressi furono trasformate anche le figlie di Etocle disperate per la morte di lui e del fratello Polinice;  si erano uccisi a vicenda.
Secondo varie tradizioni dal legno del cipresso furono intagliati lo scettro di Zeus e la clava di Ercole.
Strumenti considerati incorruttibili ed eterni.

Nell’antica Roma il cipresso era dedicato a Plutone e si metteva innanzi agli usci delle case in segno funebre.

Cerere gettò un cipresso nel cratere per soffocare l’eruzione dell’Etna e imprigionare Vulcano.