Il Tempo delle castagne –

E’ la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra? VII°

Il nuovo macrociclo di Saturno
Ma veniamo ad oggi.
Il paradigma evidente sembra essere quello della distruzione e unificazione delle diversità, attraverso una progressiva omologazione dell’individuo e della Natura, in funzione di pochi eletti che dominano, come in un gioco di Monopoli mondiale, la stragrande parte delle persone, ridotte a rango di “gente”, al massimo di “consumatori di cose”.
Questa attuale pandemia di coronavirus, o meglio, questo parossismo epidemico ci ha posto improvvisamente in una condizione in cui siamo “livellati”, vincolati dai lacci della Natura che, obbedendo a leggi superiori a quelle umane, contrasta (più o meno naturalmente, ma poco importa) questa infezione che si chiama Umanità.
I virus e i batteri possono essere considerati il sistema immunitario di un organismo che chiamiamo Terra.

Scientificamente questa visione potrebbe fare sorridere gli scienziati più “neoilluministi”; ma il fatto è che i paradigmi narcistici dell’Uomo conquistatore dell’Universo, solcatore di mondi e dominatore della Natura, si stanno schiantando miseramente, anche a causa della scarsa considerazione del “sè stesso” e, quindi, del suo “prossimo” umano, animale, vegetale e minerale.
Si è dissolto l’aspetto sacrale dell’Armonia suprema, lo stesso ecosistema di cui ogni individuo di Natura fa parte non può reggere se il soggetto più invadente e pericoloso non comprende e mette in pratica il precetto  “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Siamo dunque entrati nel regno di Crono, il titano che evirò il padre Cielo per liberare la creazione nella manifestazione.
Crono, temendo di essere oggetto delle stesse attenzioni da parte di uno dei suoi figli, come gli era stato vaticinato, ingoiò i suoi figli, cioè in senso simbolico cercò di impedire alla luce di manifestare le sue sfumature.
Quindi Crono/Saturno è contemporaneamente la divinità del cambiamento e della fissità.
Della cristallizzazione e della smaterializzazione,

Del bianco e del nero, due non colori che segnano la presenza o l’assenza di luce.
La disciplina di Saturno è l’anacoretismo, la privazione, l’ascetismo, ma anche i suoi vizi l’egoismo,l’avarizia, il senso di colpa, la cupezza.
Ma anche gioia nella povertà e nell’accoglienza degli altri come, per esempio hanno come modo ed essenza di vita del movimento internazionale degli Hari Krishna.
Ancora una volta ricordiamo anche che è l’espressione dell’Angelo della Morte (per gli antichi greci  Nemesi) e negli Arcani maggiori la carta del Giudizio.

Proseguendo il ragionamento, ciò che si profila è il tempo dei Capri espiatori; come già nella tradizione greca, tacerà la Commedia a favore del canto del Capro, ovvero la Tragedia.
La sofferenza umana, oggetto dell’insegnamento della Tragedia, è insegnamento già presente negli antichi testi dei Veda e nel più recente Mahābhārata (महाभारत in Devanagari), dove si narra del Kali Yuga, l’età del ferro straordinariamente simile al sogno di Nabucodonosor II, e ai riferimenti, secchi e diretti, di Esiodo nelle Opere e i giorni (versetti 175-202).

E quindi…
Prepariamoci dunque ad un periodo che si ci sta portando ad una limitazione esterna: non mi riferisco solamente agli eventi che ci accompagnano oggi, ma a tutte le limitazioni di una libertà vagheggiata e mai veramente raggiunta.

Ma ricordiamoci che per legge saturnina ciò che ci viene tolto nel mondo esteriore viene compensato nella dimensione interiore.
Perché più è grande la costrizione esterna, tanto più diventa vasto, addirittura tendente all’infinito, il nostro spazio interiore.

Non si tratta del contentino religioso, che ha vincolato per millenni l’essere umano ma, al contrario,di una notazione scientifica con annesso un pensiero che, se si affermasse, sconvolgerebbe dalle fondamenta tutto lo scibile umano.
Mi riferisco al pensiero antico che viene accolto e rielaborato a livello matematico, filosofico e pratico nella Teoria endosferica della Terra (La suprema armonia dell’Universo di Paolo Emilio Roxas, preside della Facoltà di matematica della Sapienza di Roma).

Alla fine qualcuno conterà i vecchi castagni rimasti…

 

1Ogni “settimana cosmica” di 36 anni è composta a sua volta di 5 settimane (di sette anni ciascuna), i cui sottocicli, relativi ad un anno sono governati dai pianeti secondo la “sequenza caldaica” o “sequenza delle ghiandole endocrine assiali nell’Uomo”, quindi partendo dal capo: Saturno epifisi, Giove ipofisi, Marte tiroide e paratiroidi, Sole cuore, Venere surreni, Mercurio pancreas e Luna gonadi.
Tale divisione ulteriore ha un’importanza operativa. (cfr https://www.spagyria.it/2018/06/04/spagyria-oraria-utilizzazione-in-ambito-personale-e-di-trattamento-spagyrico/)
In più vi è un giorno (anno) che chiude con il pianeta che ha aperto la “settimana” di 36 anni.
Ogni settimana cosmica di 36 anni inizia il suo ciclo di 5 settimane. (più un giorno) con il pianeta a cui appartiene il ciclo stesso, a cui seguono poi gli altri secondo la sequenza ormonale.

(tratto, assieme alle tabelle  <a parte l’ultima> da pag.19 de Il Serto di Iside,vol.II,ed. Kemi)