Filosofia della Spagyria: Venere vegetale – Giaggiolo

Habitat
Diffusa in diverse zone d’Italia preferisce terreni morbidi e sabbiosi.

Costituenti principali
Ac.oleico,ac.miristico, chetone, isoflavoni irone, iridina.

Informazioni
E’ il fiore di Pentecoste, riunisce in sé la forza dell’Acqua con quella della Luce (Fuoco) in un’unità fortemente legata alla Terra.
Pur avendo una formidabile vitalità aerea essa si spegne presto disseccandosi e lasciando al potente e mai domo rizoma di continuare ad emettere nuove foglie lanceolate e i fiori assolutamente originali.” (Pelikan)

Non risultano lavori scientifici su Iris pallida Lam., un’altra Iris (I.germanica L.) è stata investigata in vivo per dimostrare la capacità di prevenzione delle demenze senili (Alzeimher).

L’uso tradizionale
La polvere, il decotto e il vino medicato dei rizomi di I. pallida Lam., raccolti al secondo o terzo anno di vita, da luglio a settembre, puliti ed essiccati, vantano proprietà diuretiche, emollienti, emmenagoghe, bechiche ed espettoranti.
Il decotto di rizoma delle specie summenzionate per uso topico ha proprietà astringenti e risolventi.

Iris nel mito e nella storia
Sin dall’antichità la maestosa Iris rappresentava il simbolo del potere e della maestosità: era dedicata a Giunone ed era l’origine del scettro, gli egiziani lo ponevano

Nell’antico Egitto l’Iris, presente allo stato spontaneo come Iris orientalis, è associato al Dio Horo, simbolo del potere divino.
Lo si trova rappresentato sui muri di alcuni templi e nei decori dei palazzi accanto al papiro e al fior di loto. Veniva posto sulla fronte della Sfinge e sullo scettro dei faraoni, le tre foglie del suo fiori che sembra simboleggino la fede, la saggezza e il valore.
Nella mitologia greca Iris e i suoi colori cangianti divennero il simbolo dell’arcobaleno e dunque del legame tra il mondo degli dei e quello degli uomini.
Iris o Iride, figlia di un titano ed una ninfa, è la messaggera di Zeus e Era ed è rappresentata come una dea alata, vestita di un velo leggero ornato dai colori dell’arcobaleno.

Nel regno arabo era usanza piantare ciuffi di Iris in prossimità delle tombe dei guerrirei morti in battaglia e ancora oggi nei cimiteri musulmani dell’Himalaya persiste questa tradizione.

Quando sono freschi, i rizomi sono estremamente acri e quando masticati eccitano un sapore pungente in bocca, che continua alcune ore.
Questa acidità viene quasi completamente dissipata quando essiccata, il sapore è quindi leggermente amaro e l’odore gradevole, avvicinandosi da vicino a quello delle violette, sebbene allo stato fresco i rizomi siano praticamente inodori.
La perdita di acidità sembra essere dovuta alla scomparsa di un principio acre volatile sull’essiccamento del rizoma.