Il Mondo animale: la Rana

dea Hequet

La rana è sempre stato un animale considerato portafortuna, presso gli Egizi era legato alla prerogativa della fecondità della natura; è evidente che fra i vertebrati terrestri è quello più prolifico, depone infatti decine di migliaia di uova.
La Fecondità, non era solo vista dal punto di vista riproduttivo, ma anche da quello della Rinascita personale, in senso lato e reale, della reincarnazione.
Tutto questo era ovviamente legato al fatto che durante l’inverno sprofondasse nel limo degli specchi d’acqua e riemergesse nel periodo primaverile.
Quindi seguendo il ciclo annuale del Sole evidentemente era in analogia stretta con l’astro, sicuramente considerato come benevolo.

La dea Hecket, era la divina ostetrica dell’Antico Egitto, la protettrice della nuova vita, colei che si pensava desse la forma del bambino durante la gestazione ed era rappresentata come una rana, o una donna con la testa di rana.
Per analogia il bambino, nascendo dalle acque fuoriuscite dal sacco placentare, veniva associato alle rane che emergono dall’acqua.
Addirittura le donne durante la gravidanza portavano amuleti e scarabei con incise raffigurazioni di rane: un modo per assicurarsi la protezione sacra ponendosi sotto la sua tutela della dea Heqet.
Tutte le ostetriche erano “serve di Heqet” in onore del loro compito di dispensare la vita.

Heqet aveva il compito di partorire, eternamente, l’Uovo del mondo modellato dal dio Khum.

Il rinnovamento della vita astronomicamente si colloca con l’equinozio di primavera: notiamo che nel basso regno rana e anno hanno la medesima radice rnp, sinonimo del termine whm’nh, che vuol dire rana, mentre anno si legge rnp-t.
Così, come augurio, si ponevano nelle tombe rane di pietra o di argilla o sigilli sui sarcofagi.
La rana fu utilizzata per esprimere la discendenza divina di un faraone, nati dalla propria madre e dal dio supremo Amon.
Questo concepimento verginale, la troviamo in diverse culture e religioni: quella di Gesù e quella dei due gemelli Romolo e Remo, figli di Rea Silvia e del dio Marte.

Si ricordi che Attis, Orfeo, Adone, Dioniso, Buddha nei loro miti furono concepiti da donne vergini.
Anche per questo, analogicamente, si è dimostrato che la fecondazione delle uova della rana, da parte del maschio, avvengono al di fuori del corpo della femmina.
Ricordiamo che presso i Greci le rane erano viste con simpatia, la punto da essere state “immortalate” da Aristofane nella commedia omonima, dove onomatopeicamente esprimono il loro gracidio:bré, ké, kex, koax, koax.

Presso gli antichi Cristiani la rana fu rappresentazione della resurrezione cristica, la dea Hecket, quindi, non passò tanto come immagine della Madre di Gesù, quanto con la Divina Ressurrezione.

Come spesso accade, fu anche espressione del vizio e del vivere nella sozzura morale, quindi legato a Satana.
Bisogna dire che a causa dell’ignorante confusione in età medioevale, tale epiteto era più dei rospi, ma la somiglianza fece si che si assimilassero l’uno all’altro.