Filosofia della Spagyria: Venere vegetale – Rosa canina

Habitat
Brughiere e boschetti dal Nord al Sud d’Italia.

Costituenti principali
Stearoptene, geraniolo, citronellolo, linalolo, nerolo, citrale, alcol feniletilico, aldeide nonilica; tannini, ac.gallico e quercitannico, resina, zucchero e colorante.

Informazioni
La rosa canina risponde alle influenze ambientali con grande varietà, spesso viene distrutta ma altrettanto ricresce dalle radici estese.
Invase dalle galle le rose mostrano un’entrata violenta delle forze dell’elemento Aria che però viene fortemente limitato dall’elemento Acqua nella sua penetrazione.
Questo impedisce la creazione di veleni.
Pelikan

Rosa canina L. è conosciuta  per il suo alto contenuto fenolico.
Questi composti mostrano un effetto antinfiammatorio, antiossidante e antimutageno.
Le conoscenze tradizionali indigene e la scienza occidentale hanno rivelato il potenziale di benefici nutrizionali e terapeutici tra gli antiossidanti naturali.
Le sostanze contenute nel frutto di rosa canina (cinorroidi) sono dotate di proprietà vitaminizzanti, astringenti, colagoghe, coleretiche, diuretiche, antidiarrea, antiossidanti.
Inoltre,una ricerca  ha dimostrato che i cinorrodi hanno anche proprietà antidiabetiche (probabilmente a causa del loro contenuto in monosaccaridi, oligosaccaridi e pectine).

Nella tradizione
Rosa canina, conosciuta come “kuşburnu” in turco, cresce spontanea in varie parti del mondo e produce frutti chiamati cinorrodi.

I cinorrodi sono stati usati in molte culture per secoli e sono citati nella medicina tibetana, nelle opere di Avicenna e persino nei manoscritti dei tempi biblici.
La polpa di cinnoroidi fresca viene applicata sulla pelle infiammata per facilitare la guarigione della ferita.
È efficace nel trattamento dei reumatismi e dei disturbi articolari e il sollievo del dolore reumatico è stato dimostrato da studi clinici.
Aumenta l’immunità contro il cancro e le malattie cardiache.
Il tè al rosa canina è raccomandato per i pazienti con enterite.
Cinorroidi vengono anche somministrati a pazienti con bronchite, raffreddore, influenza e stati febbrili.  Puliscono e previengono le macchie nei polmoni e apre i bronchi, specialmente nella bronchite.
Vengono usati per trattare le infezioni del tratto urinario e riduce il dolore e il bruciore durante la minzione.

La rosa magica
La rosa canina era un simbolo di buona fortuna e forza nel Medioevo.
Si credeva che bruciare incenso di rosa canina avrebbe scacciato gli spiriti maligni e le case erano ritualmente decorate con fiori di rosa canina durante le feste di primavera.

Le “arance del nord”
Durante la seconda guerra mondiale, i cinorroidi furono usati in forma di sciroppo per prevenire lo scorbuto.

La rosa in Egitto

NeBI

Nel mito di Afrodite la rosa ha cinque petali, che richiamano le cinque punte della stella di Venere, ma anche il numero simbolico della tradizione pitagorica, a cui corrisponde lo sposalizio sacro tra cielo e terra  (hieros gamos), nella pittura rinascimentale e nelle epoche successive è l’attributo della dea e delle sue ancelle, le Tre Grazie.

Originaria dell’Asia Minore, già nell’età antica era ampiamente diffusa in tutta Europa.
Pare che gli Assiri furono gli scopritori delle sue molte virtù, poi narrate e descritte da Discoride.
I Persiani seppero per primi estrarre l’olio da questa pianta, e sembra che in occasione delle feste di nozze imperiali facessero scorrere nei canali del parco reale, acqua di rose che scaldata dal sole emanava effluvi paradisiaci. Il termine potrebbe derivare dal celtico “rhood”, tradotto nel greco “rhodn” e poi in rosa da Virgilio, che per primo ne impresse il nome nelle Georgiche.

Il grande mondo della mitologia greca e dei racconti ci parla della dea Chloris che ritrova una ninfa morta nel bosco.
Prende il corpo in braccio e affascinata dalla sua eleganza lo porta ad Afrodite ed a Dionisio pregandoli di ridare alla ninfa il dono della vita e dell’immortalità. Afrodite gli dona la bellezza e Dionisio il profumo. Bella e profumata Chloris porta la splendida ninfa ad Apollo, dio delle arti, della medicina, della musica e della profezia che gli ridona la vita per l’eternità, profumata e bellissima diventa la regina dei fiori.
In seguito i Romani glorificano Venere come dea genitrice della rosa, e raccontano che un giorno uscita dal mare dalla pelle nuda della dea una goccia di acqua di mare cade a terra e si tramuta in una bianca rosa. Venere si avvicina per raccoglierla ma si punge ad una spina che la adorna, la goccia di sangue cade sul fiore colorandolo di rosso.

La Roma imperiale utilizzava le rose per correggere gli otri di vino, realizzando con i boccioli delle collane da immergere nella bevanda resa sgradevole dal caldo della primavera.
Il vino cosi profumato acquisiva la denominazione di rosato.
Cleopatra, ricevendo Antonio fece ammassare sul pavimento, petali per l’altezza di un’auna (lunghezza pari a mt 1,143). Nerone fece piovere sui suoi convitati petali di rosa per quattro milioni di sesterzi.
Il giovane Eliogabalo, alias Marco Aurelio Antonino che amava bagnarsi nel vino di rose, emulò Nerone e con una pioggia di rose sommerse i suoi invitati.
Marco Licinio Verre, vissuto tra i 120 ed i 43 a. C. gran corruttori e amante della bella vita nella sua lettiga giaceva su un materasso di rose e di esse si cingeva la testa ed il collo.
Marziale esorta lo scambio di merci con il popolo d’Egitto “Egiziani inviateci il grano, noi vi manderemo rose”.
Re Mida non poteva rinunciare al profumo di migliaia di fiori, nei suoi giardini bulgari. Gli alchimisti, streghe e maghi bianchi ne hanno sempre decantato il potere magico.

Come afrodisiaco le rose rosse sono eccellenti stimolatrici di due nostri sensi: la vista, grazie al colore che invita alla passione; l’olfatto, per il profumo intenso e penetrante.”(https://www.taccuinigastrosofici.it)