Filosofia della Spagyria: Mercurio vegetale – Verbena

Habitat
Campi incolti, lungo le strade e le siepi, vivino ai ruderi dal l.d.m. al piano submontano in tutta Italia.

Componenti principali
Glucoside (verbenalina) formata da un chetone (verbenone) e geraniolo, citrale e limonene, tannini, principi amari, mucillagine.

Informazioni

Origine del nome “verbena”
Verbena sembra derivi dal celtico ferafaen, da fer (scacciare via) e faen (pietra), per la capacità di risolvere i calcoli vescicali.

La ricerca scientifica ed etnografica intorno a verbena
Nella medicina tradizionale Verbena officinalis L. è stata utilizzata per il trattamento di malinconia, isteria, convulsioni, ittero, febbre, colecisti, ansia, depressione, insonnia, disturbi mestruali, coliti spastiche, malaria, faringite, edematosse, asma, disturbi reumatici e tiroidei.
In generale si può suggerire che l’attività di questa pianta risulta essere ansiolitica, antidepressiva, antinfiammatoria, antispastica e analgesica.

Verbena nella medicina orientale
Nella medicina Yunani, verbena viene usata come tonico, antifebbrile, ma soprattutto come sedativo, per il trattamento dei disturbi nervosi.
In Cina, verbena (马鞭草 mǎ biān cǎo) viene utilizzata per trattare gli stati di irritazione, contrazione e tensione nervosa, in quanto conosciuta per il suo effetto profondamente calmante e tranquillizzante, che conferisce un buonissimo stato a livello psichico e mentale.
Nella Medicina Tradizionale Cinese verbena appartiene alla categoria “Erbe che eliminano il calore e alleviano la tossicità“.
Le erbe di questa categoria sono utilizzate per eliminare le condizioni infiammatorie e infettive, denominate “calore interno” nella MTC.
Questo è il motivo per cui la maggior parte delle erbe di questa categoria avrà sia proprietà antibatteriche che antivirali.

Verbena in Spagiria
Nell’antichità  è stata chiamata anche“sangue di Mercurio”.
Gli antichi ambasciatori romani, ovvero coloro che facevano da mediatori, portatori di pace,erano detti “verbenari”, perchè essi si presentavano con un ramo di verbena in mano.
Era pure l’erba dei convivi, ove si effettuavano gli scambi di cortesia.
Veniva impiegata, sempre nell’antica Roma,  per purificare le bevande sacre e durante le cerimonie purificatrici degli altari, il trait d’union tra gli uomini e le divinità.

In India, durante i riti del novilunio, in cui è previsto il digiuno, si lega la verbena insieme al legno che viene usato per le fumigazioni e, sempre secondo i Veda, per leggere i Libri Sacri, ci si deve sedere su di un terreno ove è abbondante il “Kucd*” ovvero la verbena.
(*n.d.t. non ci sarebbero riferimenti vedici di questa pianta nei testi classici dell’Ayurveda)
Queste regole, che richiamano le analogie mercuriane, sono valide anche per il buddismo, poichè, secondo la leggenda, quando Sakya, si accinse a meditare sotto il suo albero, prese in pugno i fiori di verbena per assicurarsi l’Intelligenza Perfetta.
Tutto ciò spiega il Tradizionale ermafroditismo di Mercurio, ove l’intelligenza non ha polarità, essendo superiore e quindi al di sopra delle polarità stesse.
ci porta ad una condizione di castità che per chi cerca l’Intelligenza Suprema è una condizione necessaria.

Nel Medioevo il suo possesso presupponeva la castità, come dice Savonarola, poichè:

verbena maducata non permittit per septem dies coitum

ovvero “la verbena masticata non permette il coito per sette giorni”

Presso i Celti e i Germani, la verbena veniva impiegata per i sortilegi ed in tutte le pratiche magiche, in cui veniva richiests la massima lucidità mentale.
I preparati galenici sono analgesici, e vengono utilmente impiegati contro le nevralgie del trigemino, nei casi di clorosi ed anemia” (Il Volo dei Sette Ibis, Angelo Gentili ed. Kemi Milano)