Filosofia della Spagyria: Mercurio vegetale – Vischio

Habitat
Sui peri, meli, susini, mandorli, pioppi, aceri, pini, olmi sul piano submontano e montano d’Italia e Sicilia.

Componenti principali
Alcaloide (viscalbina), glucoside (visciflavina), saponine, resina, mucillagine,cera; colina, propionilcolina (simil acetilcolina).

Informazioni
Il vischio come pianta medicinale
Il vischio, che per lungo tempo non ha giocato alcun ruolo speciale come pianta medicinale, ed era stato pressoché dimenticato dalla medicina moderna, è stato messo, da qualche decennio a questa parte, al centro di una nuova corrente della medicina; questo dopo che Rudolf Steiner l’ha indicato come base di un medicamento che combatte il carcinoma nelle sue differenti forme.
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A parte questo, il Viscum, con la sua costituzione eterica molto speciale, è una pianta medicinale poco usata.
E’ per questo che è stato radiato dalla gran parte delle farmacopee (salvo quella francese).
Lo si è provato contro l’epilessia, più tardi per abbassare la pressione sanguigna, ma hanno preso il suo posto dei farmaci più sicuri e più attivi.
Grazie alle sue proprietà anti-cancerose, il vischio rimane tuttavia una pianta medicinale di primo piano.
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Pianta o animale?
Il vischio è una pianta sempreverde epifita, emiparassita di numerosi alberi, soprattutto latifoglie come ad esempio pioppi, querce, tigli, olmi, noci, meli, ma anche sulle conifere: pino silvestre e pino montano.
Se ne può notare la presenza specialmente in inverno, quando i suoi cespugli piantati nei tronchi sono evidenziati dalla perdita delle foglie della pianta che li ospita.
La foglia verde del vischio indica la presenza di clorofilla, quindi questa pianta è in grado di compiere la fotosintesi come tutte le altre.
L’unico handicap è nell’organizzazione dei sali minerali, in particolare l’azoto, che il vischio non è in grado di ottenere per conto proprio.
Ciò spiega la sua natura di parassita.
Al vischio sono riconducibili leggende e tradizioni molto antiche: per le popolazioni celtiche, che lo chiamavano oloaiacet, era, assieme alla quercia, considerato pianta sacra e dono degli dei; secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie; continua in molti paesi a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio: diffusa è infatti l’usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l’arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami.
Nel VI libro dell’Eneide di Virgilio, dove si racconta la discesa di Enea nell’oltretomba, la Sibilla cumana gli ordina di trovare un “ramo d’oro” (cioè di vischio, secondo gli studi antropologici) che sarà necessario per placare le divinità infere durante la sua catabasi.
L’antropologo britannico James Frazer ha dedicato a questo mito una poderosa ricerca.
Secondo la tradizione non si deve raccogliere con le mani, in particolare con la sinistra.

Coniuntio oppositorum
Ci si bacia passandoci sotto affinchè la fanciulla trovi marito entro l’anno.
Per non restare zitelle in Inghilterra il 6 gennaio viene bruciato un mazzo di vischio .

Vischio nell’antichità
I Celti affermano che cresca laddove sia caduto un fulmine.
I Druidi raccoglievano vischio di quercia il sesto giorno della Luna crescente.
In antico linguaggio celtico vuol dire “guarisce tutto”.
Presso Aargau, Svizzera, viene chiamato scopa di fulmine.

L’uso medico-erboristico
Teofrasto nel IV secolo a.C. ne descriveva l’utilizzo in caso di epilessia, tumori, itterizia, gotta, vermi, convulsioni e paralisi.
Plinio (I secolo d. C), lo chiamava addirittura il “risanatore di tutti i mali” e nella sua Historia naturalis così annota:
«Occorre non dimenticare l’ammirazione dei galli per il vischio.
I Druidi lo colgono sulla quercia all’inizio della luna, senza usare arnesi di ferro e senza che tocchi terra; credono che guarisca l’epilessia, faccia concepire le donne che ne portano addosso e che, masticato e applicato sulle ulcere, le guarisca completamente
».

Vischio di Olmo
Decotto.
Dotato delle stesse proprietà di quello quercino è però più adatto negli esaurimenti nervosi, nella mancanza d’energia, che invece gli epilettici possiedono in sovrappiù.
Questo vischio possiede un succo che estrae dall’olmo, acido e glutinoso, mentre quello quercino, invece, è più resinoso, mordente, tonico e corroborante.
Si confà per i nervi sfibrati fin nelle fibrille nervose, poiché è di natura simile, filamentoso ed elastico (un modo di dire, afferma la veggente Adèle, per spiegare la sua natura e proprietà). Si prende la mattina e la sera.
Questo vischio mi è apparso in sogno come rimedio per la mia attuale patologia, un esaurimento nervoso, che mi bloccava preda di sofferenze intollerabili da quindici mesi.
Raccontai il sogno ad Adèle, che mi consigliò di farne uso.
Ne ottenni beneficio così come da altre piante che mi apparvero in sogno e le cui proprietà utilizzai alla lettera.” (
PROPRIETA’ DELLE PIANTE MEDICINALI – Louis-Alphonse Cahagnet (da un libro del 1851) Collana “letture s…consigliate” diretta da Vittorio Fincati.)

Vischio di quercia

In decotto, contro ogni tipo di disturbo nervoso, epilessia, convulsioni, irritazioni, tonifica i nervi e ripristina la circolazione dei fluidi.
Si assume mattina e sera.
(
Le proprietà delle PIANTE MEDICINALI rivelate da una medium (da un libro del 1851) Louis-Alphonse Cahagnet)

 

Quando la luna era al sesto giorno, l’Arcidruido,

abbigliato con una veste bianca, e coperto da una tiara rossa,

saliva a piedi nudi sulla quercia, tagliava il Vischio con la sinistra,

con un falcetto d’oro nuovo, e lo riponeva nel Sagus o veste sacra,

tra le grida e le acclamazioni del popolo

(Maurice, Antichità Indiane)”