Discorsi introduttivi del “Percorso formativo in Spagyria

Passo primo: Filosofia della Spagiria

Premessa

Gli dei non hanno certo svelato ogni cosa ai mortali fin da principio,

ma, ricercando, gli uomini trovano a poco a poco il meglio. (Senofane)

Mi rivolgo a colui che leggendo le prime righe di questo testo si chiederà che senso possa avere utilizzare un linguaggio e una modalità di pensiero antichi, forse, quanto lo sia l’Uomo.

Sappia il nuovo cultore di questa, che è stata definita quale Arte, che non vi può essere risposta a questa domanda in quanto così come, pur seguendo il medesimo sentiero per salire sulla cima di una montagna, ognuno ne percepirà le difficoltà e la apparente lunghezza secondo un proprio modo di vedere.

La Spagirya non fornisce protocolli impersonali, ma a guisa di un sarto, il terapeuta, avrà l’audacia di confezionare l’abito migliore per chi desideri un consiglio dalla Natura, secondo i gusti, la propria esperienza e il proprio sentire.

Quindi se da una parte vi saranno degli individui di Natura che mostreranno una inclinazione più di altri nell’aiutare a risolvere o rendere meno difficili quelle che oggi si chiamano malattie, non si stupisca di scoprire che tale capacità di generare un nuovo stato di salute sia ascrivibile ad individui di Natura che di per sé non avrebbero fra le proprie qualità quella che generi quel nuovo stato nella persona.

Per giungere a questa libera interpretazione e capacità di vedere, oltre alla costituzione biochimica, quella energetica e, se è concesso, quella di natura spirituale è necessario riappropriarsi di una modalità di connessione degli eventi che veda più che prevedere. Si dovrà più sognare che ragionare per immaginare quello che per molti risulta illogico, solo l’esperienza sarà guida.

Logica e analogica

Logica (in gr.antico λογική) è un termine che deriva da λόγος, termine greco antico che significa parola, idea, pensiero, argomento e ragione. Il significato moderno di questa parola è imprigionato a due caratteristiche fondamentali del pensiero scientifico: induzione e deduzione.

Il concetto di deduzione venne attribuito ad Aristotele (384 a.C.-322 a.C.).
Egli lo identificava sostanzialmente con il
sillogismo. Ne deriva l’interpretazione tradizionale, accettata ancora oggi, secondo cui il procedimento di deduzione consente di partire da una legge universale per giungere a conclusioni in un ambito ristretto.
Il procedimento contrario viene chiamato induzione, che viceversa muove dal particolare all’universale. L’esempio classico di sillogismo aristotelico è il seguente: «Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; dunque Socrate è mortale».
La conclusione procede da due affermazioni più generali: si tratta di un ragionamento corretto da un punto di vista della logica, ma che è incapace in maniera intrinseca assolutamente di validare i principi primi, in quanto da essi deve partire la deduzione.

Aristotele si rese conto della necessità di stabilire la validità e l’universalità delle premesse. Il sillogismo può solo giungere a delle conclusioni necessariamente coerenti rispetto all’intuizione intellettuale (νοῦς), distinta dalla semplice ragione (διάνοια).

Per Aristotele, quindi, l’intuizione risulta una facoltà soprarazionale che permette di penetrare l’essenza della realtà oggetto di indagine, giungendo alla conoscenza diretta e immediata della verità, cioè dell’aspetto vero e immutabile del fenomeno, a prescindere dagli aspetti esteriori.

Il metodo induttivo è in grado solamente di far giungere a conoscenze puramente arbitrarie, in cui sono assenti l’universalità posseduta dal metodo deduttivo.

Si tratta quindi di una modalità binaria di ragionamento.

La realtà esperienziale però, quella dominata dai sensi, è tridimensionale: infatti udiamo grazie a volumi, vediamo con due occhi in tre dimensioni, tocchiamo oggetti che sono tridimensionali.

Quindi se diamo retta al concetto aristotelico come assoluto l’immagine della realtà che ne emerge è di tipo bidimensionale, ovvero riduciamo la realtà secondo “mappe” bidimensionali.

Quale potrebbe essere il terzo elemento di ragionamento? L’analogia o iperlogia, ovvero quella legge universale che agendo in materie diverse porta a risultati diversi.

Al-Kindi (Bassora?, Baghdad 870 d.c.) ci ragguaglia a questo proposito: Infatti la condizione dell’Armonia Celeste è tale che poiché tutte le stelle sono di differente natura e perciò tutti i loro raggi sortiscono effetti discordanti, nel mondo degli elementi, accade che gli effetti radiali si aiutano a vicenda nei riguardi di una stessa materia, e si ostacolano in un’altra.
E in ogni cosa che naturalmente è data dall’Armonia, vi è una stella predominante e similmente un segno che prevale sugli altri nell’opera e nel regime di questa cosa.
Da questa condizione reciproca dei raggi sorge una tanto grande diversità nelle realtà di questo mondo che in nessun luogo si trovano due o più cose esistenti in atto con simili in tutti gli aspetti.”
-De radiis ed.Mimesis MI.

Questa modalità di ragionamento permette di comprendere che se l’iperico è una pianta che cura il fegato è perché origina dalla medesima legge che ha generato questo come quello. In altri termini, volendo utilizzare una visione junghiana, fegato ed iperico possiedono il medesimo psichismo (psichico contrario a non visibile).

In termini egizi diremmo che entrambi sono l’espressione del medesimo Neter, che viene traslitterato in maniera semplificata con il termine “dio” (considerandolo però come una delle ipostasi di Dio). Più correttamente Neter andrebbe ascritto con il termine di archetipo.

ÐO F°

F N

° t

r

Il geroglifico (rappresenta una bandiera, un vessillo) è un trilittero formato dai i tre sopra in cui: N rappresenta “il pelo delle acque” che separa qualcosa che è sia visibile che invisibile; t il cronotropo, ovvero la condizione elettromagneticamente diversa (in pratica il semiarco diurno del cammino solare rispetto all’orizzonte) e r “la bocca che parla”, ovvero la manifestazione creativa del logos.
Riassumendo possiamo descrivere in maniera approssimativa che Neter vorrebbe essere quella legge che si manifesta assumendo diverse forme, che possiedono una parte non visibile ai sensi, ma simili tra di loro secondo un ben preciso spazio tempo.

Come si può notare questa forma tridimensionale di considerare la realtà porta come conseguenza che il concetto di io e non io venga ad essere, se possibile, reintegrato in un unità.
Tutto ciò che ci circonda risulta essere “
me”, non vi è la necessità di un comandamento che auspichi di amare il prossimo tuo (inteso in senso esteso).
Chiaramente il concetto di
Amore in questo frangente viene ad essere considerato un continuum rispetto all’osservatore che lega l’osservato.

Inoltre si crede sia abbastanza intuitivo respingere la visione separata tra soma e psiche, in quanto sia non vi è corpo senza psiche così come non può sussistere una psiche priva di corpo.
Di fatto già da molto tempo vi è stata una dicotomia nel trattamento delle patologie a carico delle due entità, per cui i medici si occupano del soma e, un tempo i preti, ora gli psicologi della psiche.
I dati dei moderni ricercatori ormai asseriscono una interazione reciproca tra queste due realtà che non fanno altro che confermare come gli antichi associassero comportamenti morali, di alimentazione, persino espressioni verbalizzate, simili a preghiere, associate a ritualità esteriori per una possibile risoluzione dello stato di malattia dell’individuo.

Il tempo

Riprendendo la rappresentazione del geroglifico Neter, si noti che il termine centrale dato dal semiarco diurno sia una rappresentazione di una condizione di spazio-tempo particolare.
Se lo spazio è descrivibile in quanto cade sotto i nostri sensi, il tempo cade sotto i nostri sensi solo attraverso gli effetti, che saranno simili e mai uguali, e che possono essere osservati con un relativo ripetersi dei fenomeni (p.e. Il freddo invernale rispetto al caldo dell’estate).
Tale andamento è stato descritto dai cicli, dai più semplici, quale il ritmo circadiano, ai cicli settimanali, ai cicli lunari e solari, via via giungendo ai macrocicli che superano di gran lunga le possibilità di osservazione diretta causa la brevità della vita umana.
Analogicamente, anche se sappiamo che non accade in tale maniera, ogni giorno all’alba sorge una nostra nuova vita che si conclude con il tramonto, per poi reiniziare un nuovo ciclo.
Sicuramente lontano dalla nostra visione moderna risulta esserci come unica realtà ciò che vi è in questo momento, ciò che è passato e ciò che verrà risultano sconosciuti anche se riconoscibili.
Nella pratica spagirica può esserci questo valore aggiunto di cogliere l’attimo utile per intervenire nei confronti dell’individuo malato ed agire o/e facendolo agire per conseguire un nuovo stato di salute diverso dal precedente. Si tratta di un aspetto estremamente funzionale ma altrettanto complesso la cui importanza deve essere compreso dal terapeuta in primis e, successivamente, deve essere spiegato, se fosse possibile, all’individuo. E’ abbastanza comprensibile che in un’epoca in cui il tempo è agganciato allo scorrere uguale di un orologio sia difficile proporre e far comprendere un nuovo modo di approcciare la realtà.

Gli Archetipi Essenziali

Solfo, Mercurio e Sale

Qualcuno potrebbe avere notato come nel geroglifico del termine Neter vi siano delle informazioni ulteriori rispetto a quanto già precisato. Il fatto che vi sia un simbolo unitario (la figura seduta barbuta accanto è un ideogramma qualitativo che ne definisce la sacralità) che è formato da tre geroglifici richiama l’uno e trino della nostra tradizione cristiana.

Siccome siamo in un ambito strettamente spagirico parleremo invece di quella della triade Solfo, Mercur e Sal, che son lungi dall’essere identificabili con gli elementi chimici, i primi due, e con il termine generico delle sostanze cristallizzabili formate da anioni e cationi a carica neutra.

Essi sono definiti principi, cioè presenze indistinguibili e necessarie che compongono tutte le entità della manifestazione.

Per comprenderne la portata potremo dire che sono, analogamente, il numero di gambe minimo di un tavolino perché possa rimanere in equilibrio.

La rappresentazione glifica dei 3 principi ci racconta qualche informazione in merito a quelle che siano le loro peculiarità nel gioco della manifestazione.

Il Principio Solfo o Zolfo filosofico, in relazione con l’Anemos greco quindi con l’elemento Aria M

Il Principio Mercur o Mercurio filosofico Pneuma in relazione con l’elemento AcquaP

ed infine

Il principio Sal o Sale filosofico Corpo o meglio Principio di Forma in relazione con l’elemento Fuoco N

L’elemento Terra è rappresentato dai sali insolubili che rappresentano la “testa di morto”, la feccia.
Spesso interessanti per l’Alchimia.

Per Paracelso corrispondono: Solfo al Mondo animale, Mercur al Mondo vegetale e Sal al Mondo minerale.

Va tenuto conto che questa triade trovi diverse analogie sia nel mondo della manifestazione, così troveremo che la composizione dell’atomo è composta da elettroni, protoni e neutroni fino a considerare la tripartizione del sangue in leucociti, eritrociti e piastrine che provengono da un’unica cellula staminale toti potente.

Si invita tuttavia a non tentare alcuna digressione filosofica sull’appartenenza di una parte del mondo naturale in quanto non afferrabili dalla mente umana limitata.
Comunque è ora opportuna, come precedentemente promesso, una limitata analisi dei glifi.

Il simbolo Solfo è un triangolo (dell’elemento del Fuoco) che sormonta una croce, questo ci racconta che è una forza che tende a salire ma che è “agganciato” ad una croce, che si vedrà essere l’espressione della croce degli elementi, ovvero si potrebbe dire analogo al campo elettrico e al campo magnetico che risultano perpendicolari.

Il simbolo Mercur risulta essere formato dalla circonferenza, che sormonta una croce.
Che è a sua volta è sormontato da un simbolo che ricorda il simbolo astrologico dell’Ariete.

In questo caso la circonferenza rappresenta sia un’identità separato dal tutto sia rappresenta la ciclicità del tempo che domina la manifestazione.

Infine il simbolo Sal in cui si vede una circonferenza tagliata in due da un tratto orizzontale.
Sulla circonferenza si rimanda a quanto già detto in precedenza, resta da comprendere il significato della linea orizzontale.
In linea di principio ciò che è orizzontale simbolicamente rappresenta qualcosa che è passivo e divide una parte alta da una bassa che risultano speculari.
Quindi una identità non cosciente che risulta separata tra una parte visibile ed una non visibile.

Se cerchiamo un’ulteriore analogia nel mondo vitale potremmo trovare l’analogia con l’ovulo che viene fecondato.
L’ovulo è un caos identificato (Sal) che viene informato da un Mercur (sperma) portatore di informazioni.
Quando l’individuo è sufficientemente organizzato avviene la coniugazione di un anemos (Solfo), ovvero il primo respiro.
Si possono proporre vari spunti di interpretazione e osservazione della realtà.

I Quattro elementi
Per ovvi motivi matematici (quattro diviso tre non porta ad un numero intero) si riprenda il concetto del 2 che nelle misteriosofie è riportato come uno dei cardini della modalità di manifestazione della realtà.
Quindi maschile e femminile, luce e buio, psiche e soma pur rimanendo realtà diverse della stessa sostanza ci portano verso un concetto che appartiene alla cultura dell’uomo da sempre, si potrebbe dire.

Rifacendosi alla tradizione egizia si osservi una delle trinità, così detta eliopolitana (da Eliopolis), Tum o Atum, Amon, Ra su cui si potrebbero ricavare preziose informazioni sulla visione religiosa e pratica dell’antico popolo del Nilo, ci soffermiamo sulla terza persona di quella, cioè Ra.

Esaminando il geroglifico ‘¥ del nome si può comprendere che questa ipostasi agisce secondo il suo nome creando a seguito di un comando verbale.

Ovvero R esprime la bocca che parla, il logos biblico, che crea attraverso ¥a che è il braccio che agisce l’azione manuale attraverso cui viene eseguito.

Vi è un’analogia al Cristo di cui, nel Credo cristiano viene definito con “..per mezzo di Lui tutte le cose sono state create..”.

Questo richiama terapeuticamente anche come la prima forma di azione terapeutica sia la parola, o meglio la voce, la vibrazione, a cui segue in contemporanea un gesto.

Ma tutto questo non ci porta ancora a comprendere la prima regola della manifestazione, ovvero la croce, anche se la fisica ci dice che il campo elettrico e perpendicolare al campo magnetico.

Vi è la necessità di utilizzare l’ambito matematico in quanto al 3 segue il 4, che è il primo numero non primo formato dalla somma o dalla moltiplicazione del 2 con sè stesso.
Senza entrare nel significato filosofico della moltiplicazione e della somma, si scopre che realtà è quadruplice in quanto, utilizzando l’analogia del tavolino, se è reale la realtà poggia sui tre principi per essere “stabile” ha bisogno di quattro “gambe”.
Quindi i quattro elementi nella tradizione medievale sono stati rappresentati come triangoli equilateri ( cfr nell’I-Ching tre linee intere e/o spezzate) con diverso orientamento (vertice in alto o in basso) con o meno linee intermedie.
Questa modalità simbolica è stata tradotta nei quattro elementi: Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Va’ precisato che non si tratta della visione elementare della tavola degli elementi chimici ma dei quattro stati della materia: ionizzato, gassoso, liquido e solido.
Non vengono riportati i geroglifici egizi di questi in quanto essi non li ritenevano ipostasi divine e quindi li descrissero con una lunga serie di simboli, che qui non ha senso riportare e commentare.

In realtà si potrebbe intuire come questi quattro vadano ben oltre al normale stato di densità ma coinvolgano diverse manifestazioni della realtà, una fra tutte le quattro forze fondamentali dell’Universo: forza gravitazionale, f. elettromagnetica, f. nucleare elettrodebole e f. nucleare elettroforte.

Un approfondimento sul significato del quattro nella realtà materiale porterebbe sicuramente ad aprire ambiti interessanti su cui ragionare.

Ma, in un inizio sarebbe meglio non fare indigestione.

Una visione interessante riguarda quella fornita da R.Steiner (Murakirály, 25/27 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) che osservò come l’essere umano fosse composto da quattro corpi: un corpo Fisico o terrestre (Terra), un corpo Eterico o corpo emozionale (Acqua), un corpo Astrale o corpo psichico (Aria) e un corpo Spirituale o Io (Fuoco).

  • Il corpo fisico è percepibile attraverso i sensi, è fatto di materia, è governato da leggi fisico-chimiche, le stesse che reggono il mondo minerale e che sono utilizzabili nella tecnica.
    Queste leggi non spiegano la vita, la psiche, lo spirito.
  • Il corpo eterico è costituito dalle forze vitali (o plasmatrici).
    Non si possono vedere ma se ne possono verificare gli effetti con i sensi.
    Il corpo eterico ha per supporto un “
    organismo-acqua“, che rende possibile il metabolismo e la riproduzione.
    Si oppone alle leggi del corpo fisico.
    Le leggi che lo governano sono quelle del regno vegetale.
  • Il corpo astrale si identifica con la psiche o anima.
    Esso controlla gli istinti, i desideri, le passioni, le attrazioni e repulsioni, che sono espressioni antitetiche della sensibilità.
    Ha per supporto un “
    organismo-aria“.
    E’ governato dalle leggi del regno animale e si oppone alle leggi eteriche col suo influsso astrale, senza il quale la vita del corpo eterico rimarrebbe allo stadio puramente vegetativo e senza alcuna sensibilità di natura spirituale, perenne.
  • L’IO o Spirito umano ci consente di manifestarci uomini e individui.
    E’ l’organizzazione intuitiva e razionale dell’Io pensante, autocoscienza, linguaggio, libero arbitrio, evoluzione superiore.

L’uomo è l’unico essere nella creazione, a possedere un IO, il cui substrato materiale per agire è un “organismo di calore“, che gli consente di muoversi nel regno umano, avendo in comune col regno minerale il corpo fisico, col regno vegetale il corpo eterico e col regno animale il corpo astrale.

Il Limite materiale che lo separa dal contesto tangibile in cui è immerso è la pelle, quindi legato all’elemento Terra.

Il Limite temporale compreso tra la sua nascita e la sua morte è dominato dall’elemento Acqua.

Il Limite spaziale: il Caos compreso tra Cielo e Terra, ove ha la possibilità di muoversi è dominato dall’elemento Aria.

Il Limite immateriale, ovvero il suo nome, che lo identifica nella moltitudine in cui vive o ha vissuto, per gli egizi è rn, cioè l’elemento Fuoco.

F

Le quattro qualità della medicina ippocratea

La qualità del Fuoco è assimilato all’umore Colerico in cui il maschile opera nel limitare e aggredire il femminile (intendasi maschile e femminile nella loro accezione di qualità interiori).

La qualità dell’Aria è rappresentata dall’umore sanguigno. In cui l’attività del maschile più equilibrata del caso precedente non suscita un’uguale reazione di partecipazione del femminile.

L’umore flemmatico rappresenta l’elemento Acqua.
Il maschile e il femminile sono in uno stato di apparente armonia ma non sono in grado di comunicare.

Infine l’umore melancolico, analogo all’elemento Terra, mostra un’attività femminile ma una passività maschile.

Per comprendere il vero significato della visione umorale e non quello decadente e scorretto della medicina del sedicesimo secolo riportiamo il pensiero di Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541).

Egli afferma nel Paramirum: “…E affinchè l’Entità naturale sia conosciuta in modo definitivo, ribadiamo nel vostro spirito le quattro complessioni : collerica, sanguigna, melanconica e flemmatica. Ma dopo averle enumerate, non intendiamo assoggettarci a quella opinione, che afferma che queste esistono a causa degli astri e degli elementi che da questi provengono….” Continua “..Nel corpo si trovano quattro sapori, che egualmente si trovano nella terra : l’acidità, la

dolcezza, l’amarezza, la salinità. Di queste quattro cose vi forniamo la seguente

spiegazione. I quattro sapori sono perfetti in tutte le specie di soggetto. Tuttavia, esse

non sono riconoscibili in alcun soggetto tranne che nell’uomo.

La Collera trae il suo principio dall’amarezza. Ed ogni cosa amara è calda e secca ;

tuttavia il fuoco non la colpisce. Poiché il fuoco non è né caldo né secco; è il Fuoco.

L’acidità è Melanconia. Poiché tutto ciò che è acido, è freddo e secco.
E se abbiamo
ben compreso l’indicazione di Melanconia non è per nulla appropriata alla terra.
Poiché tra la Terra e la Melanconia esiste una grande distanza e una grande differenza.

La Flegma proviene dalla dolcezza.
Poiché ogni cosa dolce è fredda e umida, e pertanto non può considerarsi equivalente all’acqua ; è perché la Flegma e l’Acqua sono cose distinte, ognuna avente la sua ragione d’essere, proprio come l’acqua ed il fuoco.

Il Sangue proviene dal sale; e ciò che è salato è sangue, vale a dire caldo e umido.
Dunque possiamo concludere che, se il sale è dominante nell’uomo per l’Entità della complessione, allora questi è sanguigno.
Se l’amarezza prevale, egli è collerico.
Se l’acidità predomina, egli è malinconico,.
Se la dolcezza supera le altre, egli è flemmatico.
Così dunque, le quattro complessioni sono nel corpo in un dato giardino, nel quale nasce l’amarissa (assenzio?), il polipodio (polypodium), il vitriolo ed il salnitro.
E tutte possono sussistere nel corpo, sebbene, tuttavia, uno solo predomina….
”.

 

Le caratteristiche dei quattro element

N Caldo Secco

M Caldo Umido

P Freddo Umido

O Freddo Secco

Caldo è un moto verso l’esterno e indica estroversione

Freddo è un moto verso l’interno e indica introversione

Umido indica adattabilità

Secco indica tensione

Elemento Terra
La stratificazione più materiale (elemento Terra) che noi conosciamo è quella biochimica.
La parte biochimica dell’organismo, quindi, è il determinante della modificazione nella struttura organica, fisica del corpo.

Elemento Acqua
Segue l’elemento Acqua ovvero l’aspetto magnetico nel senso più lato del termine.
Il magnetismo sfugge ai sensi ordinari perché non è appartenente all’elemento Terra, in realtà sfugge solo ai sensi ordinari della coscienza che è centrata sulla Terra.
Nel momento in cui la coscienza si dovesse espandere e raggiungere lo stato elettromagnetico del proprio essere, in quel momento, il proprio magnetismo non sarebbe più “segreto” o celato all’individuo.
Egli conoscerebbe la propria “
Magnesia” e sarebbe in grado di riconoscere quella degli altri.
Anche non essendo esperti di quel livello, possiamo comunque riconoscere una forza interna che chiamiamo “stato d’animo”.
Corrisponde ai sentimenti che si esprimono attraverso le emozioni e che hanno uno stretto legame con i cinque sensi e con il nostro stato mentale.

Elemento Aria
L’Aria, il mondo del mentale, è una forma energetica più sottile del magnetismo emotivo, più dinamica rispetto a questo.

Elemento Fuoco
Il Fuoco di una figura geometrica è il centro della figura.
Nell’uomo il Fuoco rappresenta la capacità di focalizzare, il cuore, la coscienza e la volontà.

Il Magnetismo
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      MaK                               Nes

Sembra che il termine Magnetismo provenga dal geroglifico di cui sopra.
Si osservi che la Civetta, simbolo del femminile o passivo, l’Aquila, simbolo del maschile o attivo, è associato alla rappresentazione del fuoco (fisico).
I successivi due simboli rappresentano rispettivamente l’onda, che separa ciò che si vede da quello che è invisibile, e la benda di lino, che veniva utilizzato per fasciare il corpo nella mummificazione.
Questi geroglifici si può traslitterare con “Fuoco occulto che avvolge e brucia”.
Ma maschile e femminile sono stati rappresentati anche con il simbolo, rispettivamente, dell’asse verticale e dell’asse orizzontale il risultato dell’incrocio dei due segni dà la croce dei quattro elementi.
Questo riporta alla considerazione che la manifestazione elettromagnetica è dovuta all’incrocio di un campo elettrico (attivo) e uno magnetico (passivo).
Da i “Discorsi introduttivi del “Percorso formativo in Spagyria””

N.B. Questo materiale è frutto delle ricerche di uno stuolo di ricercatori spagyristi.
Ringrazio S.Stefani, R. Colautti, C.Paredi, M.Lazzaroni, Bardo Jaegher, Pascal Patruno e altri amici di cui sarebbe giusto elencarne i nomi per il contributo che hanno avuto e continuano avere sulle mie divagazioni applicative e espressive.