Il Mondo animale: lo Scorpione

Selkhet

Lo scorpione presso gli Egizi risulta in antitesi con il simbolo dello scarabeo.
Il secondo regge il Sole tra le sue zampe, il primo regge la vittima tra le sue chele per ucciderlo con la sua coda velenifera e divorarlo nella sua tana.
L’antitesi tra lo scarabeo e lo scorpione si ritrova nell’iconografia sia di Ptah, sia di Horus rappresentati spesso nell’atto di schiacciare lo scorpione; e similmente Horus schiaccia il serpente, Apopis, e il coccodrillo espressioni del Male.
Non per nulla il segno dello Scorpione viene ad essere il periodo in cui si celebravano il periodo dei morti, la leggenda afferma anche che la puntura di questo animale in tale periodo risulta ancora più pericoloso.

Presso i Greci, leggenda racconta che un enorme scorpione uscì dalle viscere della terra per proteggere la dea Artemide dal gigante Orione, che voleva possederla.
Lo scorpione uccise con il suo veleno Orione e la dea, grata per essere stata salvata, fece porre in cielo la costellazione dello scorpione e, a memoria dell’evento, anche quella di Orione.

 L’aggressività dello scorpione viene poi sottolineata in un proverbio arabo, che afferma: “dormi tranquillo vicino alla tana della vipera, ma non farlo vicino alla tana dello scorpione”.

Però in Egitto, lo scorpione fu onorato come dio sotto le sembianze femminili della dea Selkhet, divinità benevola, protettrice delle profondità della terra, che conferiva poteri taumaturgici ai suoi adepti.
Fu anche vista come protettrice delle partorienti e del Faraone, poiché legava gli scorpioni che potevano insidiarli.
Essa riveste un ruolo importante nell’ambito delle credenze funerarie; con Iside, Nephtis e Neith, protegge le viscere dei defunti e lo stomaco mummificato.
I sacerdoti di Selkhet erano abilissimi incantatori di scorpioni e grazie a tali incantesimi erano in grado di farli uscire dalle loro tane senza correre il pericolo di essere punti.
Questo per evidenziare che, ciò che per uno è veleno per altri è nutrimento.

Di tale considerazione anche la cristianità ne diede testimonianza, visto che diede a Giovanni Evangelista il segno dello Scorpione, rappresentato dall’Aquila.
Così come la leggenda di Diana e di Orione possiede un’altra visione più positiva per il secondo: Era, gelosa dell’abilità dell’Orione nella caccia, fece trovare uno scorpione sulla strada del cacciatore, che lo punse e lo uccise.
Diana, dea lunare della caccia, addolorata per la morte dell’amico, chiese a Zeus di trasportare il corpo di Orione tra le costellazioni.
Anche Era chiese che lo Scorpione ricevesse lo stesso onore.
Zeus accontentò entrambe, ma frappose fra le due la costellazione del Sagittario, per evitare che si potessero incontrare.

Per i cristiani rappresentò il male, specie della maldicenza e dell’eresia.