Il Mondo animale: l’aquila

L’aquila ha sempre costituito nella simbologia umana, laddove fosse presente, l’unione di due aspetti particolari: il primo legato al volo, che ci porta alle considerazioni sull’elemento Aria e sulla relazione tra l’organo visivo e la luce, in quanto i rapaci possiedono una capacità visiva superiore agli altri uccelli.

Fisiologicamente scopriamo che, in misura diversa da specie a specie, il senso della vista è notevolmente sviluppato poichè gran parte del cervello di questi è “occupato” dalle connessioni con l’occhio.

E’nota la capacità dei rapaci diurni di poter non subire danni dalla visione diretta della luce solare.
Per questi motivi, pur considerando i volatili di segnatura mercuriana, l’aquila risulta essere solare.
Ma non solo, essa, nei geroglifici, indica il principio Sulfureo filosofico, in quanto analogicamente come il Solfo risulta essere il plasmatore del Sal, così l’aquila interviene a plasmare la vita sulla superficie terrestre, cacciando e nutrendosi di animali che fanno della riproduzione della forma la loro forza di manifestazione.

Presso gli antichi l’aquila ha rappresentato il principio regale, nobile che accompagna i re. Capace di dominare il leone, in quanto principio volatile che vince su un principio fisso, anzi forse emblema stesso della sua trasformazione e liberazione dalle leggi della manifestazione contingente, l’aquila compare assieme alle altre forme di regalità.
Presso l’antica Ieropoli, sacra alla dea Atargatis, l’aquila era rappresentata come essere psicopompo, probabilmente poichè aveva la capacità di condurre le anime, in quanto essere solare.
Di tale affermazione troviamo presso gli egizi, notizie dalla rappresentazione del disco solare alato con ali di origine aquilina, tanto quanto lo fecero gli assiri e i caldei.
L’immagine dei due aspetti solari, quello terrestre leonino, il calore1, e quello più sottile della luce, legato all’aquila, talvolta si uniscono in sorta di ibrido un aquila dalla testa di leone, di origine sumerica.
Una tale icona, summa di simboli terrestri-aerei, ci rimanda ad aspetti più terreni della forza sulfurea, spesso come simbolo del potere regale temporale.
L’aquila è simbolo spesso dell’Anima, o forse della presa del doppio del corpo, del corpo di Gloria paolino; il dio fenicio Melkart, infatti, immola se stesso su di una pira e vola in cielo sotto forma di aquila, richiamando i temi della vittoria sulla morte, meglio sul ciclo di reincarnazione.

Greci e romani, importarono questo simbolismo, e resero l’aquila un uccello sacro a Zeus, re degli dei.

Di tale credenza poi testimoniano gli antichi, anche per la penna del frate medievale Cumont, che ci testimonia che una volta posti sulle pire, i corpi, e dato fuoco, veniva sibolicamente liberata un aquila.
Chiaramente tale analogia fu utilizzata dai cristiani per rappresentare la figura del Cristo, sia nella rappresentazione in qualità di psicopompo, sia in quanto regale appartenenza al medesimo lignaggio del Padre, e quindi, rappresentazione della Divinità stessa del Cristo.

Tale visione cristiana può essere paragonata al mito, seppure di chiaro significato erotico, seppure filosofico, del rapimento di Ganimede per essere portato a Zeus dall’aquila presso l’Olimpo.

Il Cristo quindi viene visto come psicogogo e psicopompo, in altri termini come un magnete di attrazione dell’anima.
Non dimentichiamo il ruolo determinante dell’aquila epatofaga nel mito prometeico.
L’eroe titanico Prometeo rubò il fuoco a Zeus per portarlo agli uomini, per questo fu incatenato ad una roccia e ogni giorno sopportò il supplizio da parte dell’aquila gioviana di vedersi mangiato il fegato.
Di notte questo si rigenerava, si rimanda alle considerazioni di natura fisiologica relative al fegato, che vengono altrove spiegate.

Fu Eracle, eroe solare figlio di Zeus, nell’ambito delle sue fatiche a liberare dalle catene l’eroe.

L’aquila inoltre viene vista combattere spesso con il serpente nella iconografia antica pagana e cristiana.
Ci si permetta di far notare che, come già detto, all’interno della premessa, a proposito dei
Quattro animali, l’aquila, il serpente e lo scorpione sono emblemi di una logica “magnetica”: lo scorpione, vive nell’umidità costantemente legato alla terra, da cui si erge solo la coda, strumento di difesa ma anche strumento di captazione dell’energia ancestrale.
Il serpente attraverso le sue spire si erge con la testa, quindi con una parte che gli permette di cominciare a slegarsi dalla logica terrestre, di vedere a differenza del simbolo della relazione inconscia della coda scorpionica.

Infine l’aquila che si stacca del tutto dal piano materiale e può vedere il mondo dall’alto, simbolo quindi di distacco e non di coinvolgimento.
Del resto i comportamenti difensivi degli animali conferma ciò: lo scorpione attacca tutto ciò che si avvicina alla sua tana, che sia o meno pericoloso per la sua vita.
Il serpente attua strategie alternative rispetto all’offesa dell’intruso, preferendo spesso abbandonare il luogo ove si trovi.
L’aquila vive in luoghi alti e quindi, inacessibili; la sua relazione con il mondo è dunque di distacco.

Lo scorpione ha che fare, con la qualità umido, il serpente con la qualità freddo, l’aquila, invece, con il già nominato simbolo filosofico del Solfo.

Di qui la relazione con l’apostolo Giovanni nel segno dello Scorpione, divenuto però Aquila.

Gli egizi rappresentavano l’Aquila con la croce ansata, detta Ankh, nel becco.
Si ricordi che il simbolo del Toro nel tempio di Dendera porti al collo la medesima croce; e si ricordi come esista una relazione sottile tra Toro e Scorpione, sia di natura fisiologica sia di natura energetica.
Come il leone anche l’aquila porta con sè gli attributi regali, e quindi è simbolo di Giustizia.
Una giustizia che viene esercitata senza pregiudizi, secondo la logica del Cielo, non secondo quella della Terra.

N.b. In realtà l’ornitologia ha stabilito che non si tratti di un aquila ma bensì di un avvoltoio (Neophron percnopterus).
Gli egizi hanno spesso utilizzato simbolicamente animali reali più o meno “deformati” oppure animali che possiedono caratteristiche di più animali della stessa famiglia o, infine, del tutto inventati.

1 Da notare il termine “solleone” che oltre a indicare il periodo legato al segno del Leone, indica la manifestazione più fisica del sole, il calore, al massimo della sua espressione.