Filosofia della Spagyria: Giove vegetale – Tiglio

Habitat
Diffuso nell’Europa centrale e meridionale, nei boschi di pianura, di collina e nelle regioni montane.

Costituenti principali
Flavonoidi (tiliroside), mucillagini, tannini (foglie); flavonoidi (astragalina, isoquercitina, quercitrina, tiliroside), polifenoli, idrossicumarine (escutine), derivati dell’acido caffeico (a.clorogenico) (fiori); mucillagini, steroli (beta-sitosterolo, stigmasterolo), triterpeni (corteccia).

Informazioni
Le capacità sedative e ansiolitiche degli estratti di tiglio sono stati valutati da diverse ricerche scientifiche.
Studiate anche l’azione a livello del SNC come anticonvulsivante.
Dotato di attività antiossidante .
Note e studiate la sua promozione immunitaria selettiva ed effetto antinfiammatorio dovuto alle pectine contenute nei fiori.

Tiglio” prende il suo nome dall’etimo derivante dal greco ptilon (piuma, ala) per ricordare le tipiche brattee dei fiori.
Del tiglio un tempo, oltre alle note virtù medicinali, si utilizzavano la corteccia e il legno per fabbricare stuoie, carta, strutture di supporto per ghirlande e corone.
Presso i Greci era sacro alla dea Afrodite per via della fragranza stordente dei suoi fiori.
Presso i Germani era sacro a Freia (la dea della fertilità) e mentre gli uomini facevano sacrifici alle querce, le donne sacrificavano ai tigli.
Narra una leggenda due divinità, Zeus ed Ermes, sono in vacanza sulla terra per vedere come vivono i comuni mortali: sono in incognito, travestiti da mendicanti; così conciati sono davvero irriconoscibili, e ricevono trattamenti sgarbati e inospitali.
La gente che incontrano è con loro sgarbata e irascibile, e soprattutto assai poco generosa: nessuno accetta di dar loro da mangiare, o di ospitarli per la notte.
Finché un bel giorno giungono presso un’umile capanna, dove trovano una coppia di anziani, Filemone e Bauci; i due sono poveri, ma felici, si vogliono bene, sanno accontentarsi di quello che hanno e non hanno paura di condividerlo.
Sono infatti gli unici che danno ospitalità ai due finti mendicanti, offrendo parte del loro semplice pasto: uova, legumi, miele.
Pur offrendo loro da bere in continuazione la giara del vino rimaneva sempre colmaa…
Così i due anziani insospettiti, scrutano con attenzione i loro ospiti e alla fine li costringono a svelare la loro identità.
Quando Zeus ed Ermes si presentano, Filemone e Bauci si dichiarano imbarazzati per aver offerto cibi così umili, e si offrono di cucinare un’oca, l’unico animale che tengono in cortile.
Ma gli dei, commossi da tanta bontà d’animo e generosità, decidono di premiarli e insieme di punire tutti gli altri, che si erano dimostrati egoisti e insensibili: accompagnano i due anziani sulla cima di una collina e fanno cadere sulla regione una pioggia torrenziale, che allaga tutto.
Ad eccezione della capanna di Filemone e Bauci, che viene trasformata in un enorme tempio di marmo e oro.
Zeus chiede ai due di esprimere un desiderio, e loro rispondono di poter essere custodi del tempio e soprattutto di non essere mai separati, nemmeno dopo la morte.
E così, dopo aver vissuto serenamente il resto della loro vita nel tempio, Filemone e Bauci muoiono insieme, anzi, non fanno neanche in tempo a morire perché, con perfetta sincronia, si trasformano in una quercia e in un tiglio: due alberi con rami intrecciati, che saranno insieme per sempre.
Un’altra leggenda narra di Filira figlia di Ocèano, che viveva nell’isola del Ponto Eusino.
Crono, un giorno, si unì a lei ma sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone e corse via.
Filira partorì Chirone che risultò mezzo uomo e mezzo cavallo.
In uno stato di profonda vergogna chiese al Padre di essere trasformata in albero (tiglio).
Chirone, invece, divenne guaritore proprio per le virtù insegnate dalla madre divenuta pianta.
Lo si ritrova nel mito di Ercole in quanto precettore del mitico eroe.