Filosofia della Spagyria: Saturno vegetale – Veronica

 

Habitat
E’ frequente nei pascoli, brughiere e boscaglie asciutte dal livello del mare fino alla prima montagna di tutta Italia.

Costituenti principali
Sostanza amara (veronicina), acido p-coumarico, a. ferulico, luteolina, ispidulina, β-sitosterolo, iridoidi, tannino.

Informazioni
Pianta dalla crescita un po’ caotica a partire dal rizoma che però ha un andamento continuo.
Infatti persino i fiori che compaiono e appassiscono di continuo danno l’idea del movimento continuo che prende questa pianta.
La forte attività dell’elemento Aria viene moderato dall’elemento Acqua, quindi nella V. si giunge alla presenza di glucosidi debolmente tossici e non ad alcaloidi” (Pelikan)

Veronica officinalis L. è una pianta poco studiata dalla medicina ufficiale, in vitro, mostra un’attività antinfiammatoria polmonare significativa.

Viceversa presso la medicina popolare specie dell’Europa centrale risulta molto utilizzata come diuretica e diaforetica.
V.officinalis vanta attività antibatteriche, antimutagene e antiossidanti.

In particolare nella medicina popolare rumena è stato utilizzato per malattie renali, tosse e catarro ed era noto per le sue proprietà curative sulle ferite e nelle malattie polmonari e nell’ipercolesterolemia.

Veronica nella medicina tradizionale dei Balcani è utilizato nei disturbi legati al fegato, eczemi, punture di serpenti, guarigione delle ferite e lesioni cutanee.

Era conosciuta anche come thè svizzero, e in Francia come “thé d’Europe”.
Veronica tradizionalmente è interessante per sorreggere il sistema nervoso “fragile” a causa di eccessi intellettuali.
Addizionata alla radice di sedano favorisce la stabilità umorale e rende l’individuo meno incline alla malinconia.

I Romani quando occuparono la Germania,scoprirono che le popolazioni locali lo utilizzavano nell’itterizia e in caso di renella, nei dolori articolari, reumatici e gottosi.

Durante il medioevo, Veronica officinalis L. era nota per le sue proprietà medicinalicome herba Veronica majoris.
In Francia era conosciuta come “Herbe aux ladres” (erba dei lebbrosi).
Il suo effetto su questa ed altre patologie come la tubercolosi è stata comunque non dimostrata recentemente.
L’uso del suo infuso si diffuse alla fine del XVII° secolo, in sostituzione del the cinese (Camelia sinensis), allora molto costoso, la sua diffusione si ebbe ad opera del medico-farmacologo Frederich Hoffmann.

E’ conosciutata anche come crescione, da non confondersi con un’altra pianta (Nasturtium officinale L.) che volgarmente viene chiamato con il medesimo nome.