Filosofia della Spagyria: Marte vegetale – Finocchio marino

 

Crithmum maritimum

Habitat
Originaria delle zone costiere europee mediterranee.

Costituenti principali
Limonene, Sabinene, γ-Terpinene, α-Pinene, acido clorogenico.

Informazioni
Le qualità terapeutiche di questa pianta salmastra riguardano sia la capacità antiossidante e antibatterica.
Sono state studiate anche l’attività di inibizione della colesterolinasi, enzima la cui attività sembra essere un elemento fondamentale nell’Alzheimer.
L’attività vasodilatatoria è un’altra prerogativa di finocchio marino.
Il Prof. Guido Rovesti ritiene il Crithmum maritimum un buon stomachico e carminativo.

Dioscoride è stato sicuramente il primo naturalista a descriverla chiamandolo Crithmum.

Plinio afferma che ”Il Critmo, è assai lodato da Ippocrate.
Si tratta di una di quelle erbe selvatiche che vengono mangiate ed è sicuramente questa che secondo il Callímaco viene servita dalla contadina Ecale a Teseo.
Il suo aspetto è quello dell’Elate’ da giardino; il gambo è unico e alto un palmo; il seme piccante, è odoroso come quello della Libanotide, arrotondato: quando è secco, lo si frantuma.
Internamente contiene un nocciolo candido, che alcuni chiamano Cacri.
Le foglie, grasse, biancheggiano come quelle dell’Olivo, ma sono più spesse e di sapore salato; le radici hanno lo spessore di un dito e sono in numero di 3 o 4.
Nasce nelle zone sassose vicine al mare.
Si mangia crudo, oppure cotto, col Cavolo; ha un gusto aromatico e gradevole.
Lo si conserva anche in salamoia.
Viene utilizzato soprattutto per l’insufficienza urinaria, prendendone le foglie, il gambo o la radice nel vino.
Migliora anche il colorito corporeo, ma preso troppo in abbondanza provoca flatulenze.
Il suo decotto scioglie il corpo, fa urinare e fa espellere gli umori dai reni; in pozione nel vino fa bene ma è più efficace se si aggiunge del Dauco (Daucus carota); è utile anche per la milza.
Lo si assume in pozione contro i serpenti
”.

Volgarmente è chiamato “Erba di San Pietro“, “Frangisassi” e “Bacciglia“.
Compare citato da William Shakespeare, il quale nel Re Lear mette in guardia i suoi contemporanei definendo un lavoro terribile l’abitudine di scalare le rupi marine per raccoglierlo perché sovente “a metà strada cade chi lo cerca”.

La segnatura sicuramente marziana descrive l’attività antiossidante e antimicrobica (in cui la potenzialità lunare e la funzionalità aquariana ne specificano ulterirormente l’aspetto antibatterico).
L’associazione con la potenzialità gioviana e lunare assieme alla funzionalità capricornina (che richiama all’opposto quella cancerina) completa la descrizione della pianta in senso simbolico.
La funzionalità bilancina esprime la capacità di questa pianta di aumentare la diuresi attraverso una stimolazione biliale (funzionalità capricornina).