Il Mondo animale: la Sfinge

Certamente la più famosa è la Sfinge che giace seduta di fornte alla piramide di Kefren.
In vero, la Sfinge è stato tra gli animali, fantastici, il più rappresentato presso le culture del Mediterraneo e dell’Europa.
Fu rappresentato in diverse pose e atteggiamenti, persino in volo, quale rappresentazione solare.
In effetti non sappiamo se la Sfinge avesse avuto come narrano una testa di leone, che guardava il sorgere del Sole nella Costellazione del Leone, come sostengono alcuni studiosi, facendone diffatto retrodatare, intorno al 12.000 a.C. circa, la sua costruzione o scultura.
Comunque gli egizi rappresentarono la Sfinge con il corpo leonino e la testa umana, presso i Greci in generale le sfingi erano femmine di leone con il busto e la testa di donna.
Non sempre poi il corpo animale era del leone, talvolta ad essere rappresentato nel corpo potrebbe essere un felino più agile e più scattante, dalle zampe lunghe, come un ghepardo o il giaguaro (Pantera), come presso gli Etruschi e i Micenei.
Le differenze poi si spostano sugli attributi della coda, delle zampe e presenza di corna e di ali che provengono evidentemente da altri animali.
La Sfinge era per tutti i popoli, un simbolo del Sole, della sovranità, della saggezza, del poter divino.
La sua impertubabilità e impassibilità erano unite ad una spietatezza nel compiere quanto paventato da chi avesse voluto sfidarla.

In Egitto era la doppia rappresentazione o ipostasi del faraone, nella sua doppia essenza umana e divina; fu introdotta come culto solare e favorente l’abbondanza, probabilmente da Tutmosi III.
Probabilmente hanno ragione alcuni cultori dell’antica tradizione nell’attribuire alla Sfinge il simbolo di Unità, di Verità e del Demiurgo stesso.
Come spesso accade, rappresentata con il busto femminile, è ipostasi della dea Iside, la madre di Horo, anch’esso, talvolta, rappresentato da una sfinge colla testa di falco.
Persino Amon fu rappresentato come una sfinge con le corna di Ariete con le corna ricurve (Criosfinge).
Tutte queste ipostasi, sembrano essere la rappresentazione della ricerca del mistero della vita; sia nella sua prima manifestazione o creazione, sia nella continuazione della medesima attraverso rinnovamenti continui.

Nel bacino del Mediterraneo, assistiamo poi alla “trasmutazione” iconoclastica di dignitari e sacerdoti, spesso rappresentati con copricapi e vesti particolari, rappresentati come sfingi.
Quasi mai nei caratteri primari, non specificati, tavolta però vennero “qualificati” secondo il sesso in due forme, in specimen, nella tradizione cretese e quella gallica.

In Grecia, invece le sfingi possedevano solo, caratteri secondari e aspetto femminili.
L’etimologia del termine “sfinge” ha che fare col termine “sfigmos”, pressione.
Il mito di Edipo e della Sfinge, ambientato a Tebe in Beozia, narra della famosa questione posta all’eroe dal mostro.
Edipo ispirato nell’intelletto da PalladeAtena, rispose in maniera corretta e potè così ucciderla, liberando i tebani da tale giogo.

Presso i cristiani, però, prevalse la visione egizia; diffatti al Cristo fu attribuito questo animale simbolico per esprimere quelle virtù che l’antichità e l’alchimia hanno sempre perseguito e lodato: Sapienza, Coraggio, Volontà e Silenzio.
Tale concetto, se non era stato chiaramente esposto come fu fatto dal I secolo circa d.C., era stato mostrato in rappresentazioni complesse di arte scultorea e nella numismatica.
Non ci stupisca questa dicotomia all’interno, della cultura greca, nella quale, pur riconoscendo la tradizione antica, nelle forme retoriche e scritte subiva sempre più l’influsso della Retorica e della Logica, quindi un dato animale diveniva rappresentante di un vizio o di una virtù a seconda delle necessità del contesto.
Tale visione o proveniva dalla visione popolare o si imponeva nella visione del popolo che assisteva alle rappresentazioni nei teatri greci, prima, e poi, latini.
Della antica rappresentazione della Sfinge tuttavia rimase il contatto con la rappresentazione della Luce, divina o quella particolare, definita, dell’”astrale” .
L’importanza simbolica della Sfinge presso gli antichi, quindi, era nella naturale rappresentazione del mondo dell’Al di là, tanto importante per questi, da essere considerata come la rappresentazione della Vita oltre la morte.
Anche presso i Cristiani, tale figura divenne l’immagine della Ressurrezione.