Filosofia della Spagyria: tavola degli elementi secondo Mendeleev

La tavola periodica degli elementi di Mendeleev

Notazioni storiche
La tabella periodica degli elementi fu organizzata da Dimitri Ivanovich Mendeleev (1834-1907).
Egli studiando le caratteristiche dei 63 elementi conosciuti nella metà del XIX° secolo, ordinò secondo il peso atomico i medesimi in maniera che essi mostrassero una medesima valenza, ovvero la quantità dei legami che possano formare, che andava ripetendosi in maniera regolare.
Mendeleev si accorse che dal litio la valenza cresceva regolarmente fino a 4 del carbonio, per tornare a scendere fino a 1 nel caso del fluoro.
Il sodio, simile al litio, iniziava una serie identica fino al cloro, che è un elemento simile al fluoro.
A parte l’idrogeno  si ottenevano sette elementi che si ripetevano.
Tali elementi appartenenti alla medesima colonna manifestavano comportamenti chimici analoghi.

Ne dedusse, quindi, che essi obbedissero alla medesime “funzioni“.
Il dott.Angelo Angelini, nel Serto di Iside vol.I ed.Kemi Milano, spiega come gli elementi della serie del Litio siano legati all’archetipo Venere, quelli della seguente serie del Berillio siano legati all’archetipo Giove, quelli della serie del Boro siano legati all’archetipo Luna, quelli della serie del Carbonio siano legati all’archetipo Saturno; come la serie seguente del Fosforo legata all’archetipo Mercurio, quella dello Zolfo al Sole e infine quella del Fluoro a Marte.
I gas nobili, come elio, neon, argon ecc., occupano l’ottava colonna della tabella e non intervengono nel processo vitale chimicamente.
La distribuzione degli archetipi è semplice per i primi periodi, risulta più complessa quando si passa al secondo grande periodo laddove la materializzazione risulta così elevata da rendere difficile una corretta distribuzione degli archetipi, a parte quelli che la tradizione inquadra tra i sette metalli e pochi altri.

Per poi arrivare agli elementi radioattivi ove questa materialità subisce un’inversione che si sposta verso una perdita di materialità a favore dell’energia.
Senza entrare in aspetti più prettamente chimici possiamo dire sicuramente che l’inquadrare gli elementi secondo gli archetipi permette di riconoscere in maniera rapidissima le caratteristiche sia chimiche che fisiche degli stessi.
Per concludere gli accenni agli studi di Mendeleev riguardo alla tavola periodica bisogna sottolineare la sua intuizione.
Egli si trovò ad un certo punto ad avere nell’ordine della sequenza degli spazi vuoti di elementi che allora non erano ancora conosciuti e dei quali egli predisse i comportamenti chimici e il peso atomico.
Di questi fu poi confermata l’esistenza da successive scoperte.
Tornando agli elementi stessi della tavola, si ribadisce che i gas nobili non reagiscono chimicamente in condizioni normali in quanto i loro orbitali sono saturi, ovvero ci sono coppie di elettroni in tutti gli orbitali elettronici competenti a quel dato gas, cioè, come si afferma in chimica, si raggiunge l’ottetto (orbitali s2 p6).

Breve considerazione sui comportamenti chimici degli elementi
Se osserviamo la tavola periodica scopriamo che gli elementi a sinistra, la colonna del litio per intenderci, cedono più facilmente un elettrone, mentre quelli a destra, la colonna del fluoro, tendono ad accettare gli elettroni.
Questa tendenza mostra che gli elementi cercano di raggiungere energeticamente la condizione elettronica dei gas rari, ovvero la neutralità o la perfezione androgina stabile.
Tra gli elementi fortemente elettropositivi e elettronegativi vi è un folto gruppo di elementi detti di Transizione in cui vi è la tendenza a una o all’altra condizione elettronica in maniera ambivalente, o meglio per dirla con termine di origine greca, anfotera.
Questi elementi come l’antimonio, il ferro, il piombo, lo stagno per citarne alcuni, si comportano o come elementi elettronegativi o come elettropositivi, ovvero formano sali sia unendosi a basi sia ad acidi.

Quindi essi rappresentano l’aspetto androgino della Natura.

Il significato dell’Otto
L’ottava, come detto nelle lezioni del dott.Angelini, è legata al numero otto, che nella numerologia e nella simbologia antica, anche nell’architettura sacra, pur non rappresentando la perfezione, esso rappresenta un punto di passaggio ad un’altra dimensione.
Ricordiamo che nel papiro di Petamon Thot dichiara: “Io sono l’Uno che diventa Due, Due che diventa Quattro, Quattro che diventa Otto, ma pur sempre rimango l’Uno“.
Nell’architettura sacra, dalla base delle chiese quadrata o rettangolare, si passava al battistero ottagonale, che preludeva alla cupola sferica.